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ARTICOLO

Stop licenziamenti fino a ottobre solo per chi è senza cassa ordinaria

Il blocco generalizzato dei licenziamenti sarà prorogato dal 31 marzo al 30 giugno. Dopo questa data il divieto resterà in vigore per i settori privi della copertura degli ammortizzatori ordinari (in sostanza il terziario) fino ad ottobre, quando si prevede sarà operativa la riforma per assicurare un sistema di protezione sociale universale.


È questa la road map tracciata dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando che, intervistato da “Radio anch’io” ha confermato come nel Dl Sostegni la proroga della cassa Covid viaggerà in parallelo al blocco dei licenziamenti. «Il Governo porterà fino a giugno il blocco dei licenziamenti per quei lavoratori che dispongono di ammortizzatori sociali ordinari - ha detto-, per tutti gli altri si andrà fino in autunno, ad ottobre consentendo così di varare una riforma degli ammortizzatori sociali». Dunque sono in arrivo nel decreto legge Sostegni ulteriori 28 settimane di cassa integrazione per l’emergenza Covid, gratuita per le imprese dei settori che ricorrono all’assegno ordinario o alla cassa in deroga, da utilizzare nel periodo compreso tra il 1 aprile e la fine dell’anno, come anticipato dal Sole 24 ore; se utilizzeranno le settimane di Cig consecutivamente, queste imprese si troveranno ad inizio ottobre con la cassa terminata, altrimenti potranno spalmarla fino al 31 dicembre. Fino ad ottobre, comunque, non potranno licenziare. Discorso diverso per le imprese che utilizzano la cassa integrazione ordinaria (industria, edilizia); in questo caso la proroga della cig Covid è di 13 settimane da utilizzare nel periodo dal 1 aprile al 30 giugno, giorno in cui finirà il blocco dei licenziamenti. Resteranno confermate le deroghe al blocco in caso di cessazione di attività, fallimento o accordo sindacale sugli esodi incentivati.


Orlando ha anche fatto il punto sulle priorità in agenda: «Ci sono due emergenze adesso - ha aggiunto il ministro-, gli ammortizzatori sociali e le politiche attive del lavoro. Ci troveremo a gestire una situazione difficilissima su questo fronte. Dobbiamo affrontare anche la disoccupazione femminile e le vaccinazioni sui luoghi di lavoro. Una volta impostati questi quattro punti, apriremo il confronto anche sul tema delle pensioni». Il superamento di Quota 100 dunque non figura in cima alle priorità.


Domani si prevede vi sarà il nuovo incontro al tavolo con le parti sociali sul secondo punto della riforma degli ammortizzatori; dopo aver affrontato nel primo round il tema delle sempificazioni procedurali (con le norme che dovrebbero entrare nel Dl Sostegni per accelerare l’erogazione dei pagamenti della cassa Covid), domani si tratterà del perimetro degli ammortizzatori sociali (poi, dopo un passaggio con il Mef, si affronterà il nodo dei costi, infine all’ultimo giro di tavolo le modalità di gestione degli strumenti di protezione sociale individuati).


Orlando ha anche confermato che nel Dl Sostegni il Governo lavora all’allargamento della platea beneficiaria del reddito di emergenza, cambiando i requisiti d’accesso alla misura - che sarà prorogata per 3 mesi -, con la possibilità di detrarre una parte dell’affitto dalla quota del reddito imponibile. Quanto al Reddito di cittadinanza, per il ministro «si dovrà lavorare in due direzioni: rafforzare la parte delle politiche attive del lavoro, con meccanismi che facilitino l’accesso al lavoro e contemporaneamente non dobbiamo disincentivare la ricerca del lavoro».


Di qui la proposta da inserire nel prossimo Dl di sospendere il Rdc al percettore per tutto il periodo in cui lavora. Il meccanismo attuale è disincentivante: se il percettore del Rdc trova lavoro, deve dichiararlo entro 30 giorni, si ricalcola l’Isee e se per l’importo percepito supera i tetti di legge il Rdc viene revocato (o diminuito in proporzione). La “norma Mustafà”, dal nome del bagnino che ha ispirato il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, a suggerire questa modifica è in chiave di lotta al sommerso e di spinta all’attivazione.

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